giovedì 8 marzo 2012

Un brevissimo profilo storico del capoluogo trevigiano

L’insediamento che ha dato origine a Treviso si colloca su tre0640_Treviso_Palazzo300_450 modesti rialzi sulla riva nord del Sile, entro un area delimitata e protetta da alcuni corsi d’acqua.     Il centro , già abitato in età paleoveneta, fu dal secolo II secolo a.C pacificamente romanizzato e gli fu concessa nel 89 a.C. la cittadinanza romana e fu poi il“Municipium” di Tarvisium. La città, benchè non toccata da strade consolari, ebbe edifici notevoli e un classico assetto urbanistico basato su Cardo (attuale via Santa Margherita e Calmaggiore) Decumano (via dei Martiri della Libertà). Risparmiato da Attila, fu centro fiorente sotto i Goti e Longobardi; Carlo Magno nel 776 la creò centro di una Marca affidandola ad un marchese e fondandovi una fiorente zecca.        Passate le invasioni unghere e la distruzione che portarono, la città visse un periodo positivo fatto di ripresa economica, edilizia e intorno al X secolo vide l’affermarsi dell’autorità dei Conti della famiglia Collalto e del potere del Vescovo. Nel 1168, il libero comune costituitosi in Treviso, venne riconosciuto di fatto dall’imperatore Federico Barbarossa che, dopo che la città aveva aderito alle leghe veronese e lombarda, riconobbe come ufficialmente costituito con un atto imperiale nel 1183 dopo la pace di Costanza. A seguito di questo periodo, Treviso si arricchì di nuovi edifici, atti al nuovo potere costituitosi, in piazza dei Signori, nuove mura oltre all’originario perimetro entro il quale, dopo la metà del ‘200, vennero edificate nuove chiese su commissione degli ordini religiosi dei Domenicani (Tempio di San Niccolò) e Francescani (Convento e chiesa di San Francesco).   12066159_Four Dominican Monks at Their Desks       Il periodo comunale fu breve; infatti tra il XIII e il XIV secolo si aprì un lungo periodo di instabilità politica caratterizzata prima dalla tirannia di Ezzelino ed Alberico da Romano (1239-60), poi dalle lotte tra Ghibellini e Guelfi con il prevalere di quest’ultimi che portarono all’instaurarsi della signoria dei Da Camino (1283-1312).  Il periodo che seguì, fu contraddistinto da molteplici alternanze di potere detenuto da famiglie,vicari dell’impero o da Venezia: i conti di Gorizia e altri vicari imperiali (anni ‘20 del 300), gli Scaligeri ( 1329-38), primo governo di Venezia (1339-81), un nuovo governo del duca d’Austria Leopoldo (1381-84), il governo dei Carraresi (1384-88) e il definitivo passaggio sotto Venezia nel 1388. Questo periodo di alternanza politica segnò un grande periodo di grande vitalità culturale per Treviso:  fu attivata una università, fiorirono vivaci corti sotto il governo dei Da Romano e fiorirono nuove chiese e “scuole d’arte” (prima su tutte quella di Tommaso da Modena).  Il ‘400 vide il definitivo fiorire delle lettere e delle arti che portarono all’abbellimento della città che in questi anni divenne la cosiddetta “urbs picta”, grazie ai numerosi affreschi che andarono ad adornare le facciate delle case cittadine. Sono questi gli anni in cui Treviso vede l’opera di numerosi artisti come Lorenzo Lotto, Tiziano, Gerolamo da Treviso, Pier Maria Pennacchi, Pietro e Tullio Lombardo.  Il felice periodo fu bruscamente interrotto dalla guerra scoppiata contro la lega di Cambrai (1509); la città, per volere di Venezia, divenne una piazzaforte munita allo scopo difensivo della guerra secondo il progetto iniziato da Fra’ Giocondo il quale fu causa della cristallizzazione urbanistica della città fino al ‘800.    bombardamento      Dopo il governo napoleonico, la città fu fortemente impoverita di opere d’arte e molte chiese e conventi vennero soppressi; sotto il governo austriaco, si procederà, invece, a notevoli investimenti nel campo di opere pubbliche, poi portate avanti anche dal governo italiano dopo la ripresa del Veneto (1866). Durante la prima guerra mondiale, la città, non distante dal fronte, fu vittima di molteplici cannonate e, negli anni della seconda guerra mondiale, subì disastrosi bombardamenti aerei che distrussero in gran parte il suo patrimonio edilizio e monumentale; ma grazie alle sapienti politiche di restauro e agli incentivi, la città seppe “risorgere dalle proprie ceneri”.

Nessun commento:

Posta un commento